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Erano gli inizi degli anni ’90…“A erin sterpits in ta mont…” (c’era confusione - strepitio lassù, sulla montagna…)
È l’incipit di una storia – leggenda raccolta a Cleulis, un piccolo centro verso Timau, nell’alto Friuli quasi al confine con l’Austria. Un racconto che è stato trasferito in un fumetto e in brano musicale, Strepits inciso da Furclap e inserito nell’omonimo cd uscito nel 1996. Alcuni anni più tardi, nel 1999, Giovanni Floreani forma una nuova band e nella scelta del nome non ha dubbi: si chiamerà Strepitz. In realtà la koinè imporrebbe la “s” finale ma quel “tz” accentua la fonìa tipicamente carnica offrendo una sonorità decisa e tagliente.
Giovanni chiamò alcuni musicisti che già parteciparono al progetto Furclap ovvero Gianfranco Lugano – pluristrumentista, Lorenzo Marcolina – clarinetto e sax, Paolo Viezzi al contrabbasso e un vecchio amico con il quale aveva suonato agli inizi degli anni ’70: Ermes Ghirardini, uno dei batteristi più eclettici in Regione e non solo. Sull’onda dell’entusiasmo uscì Strepitz nr 0 e fu successo immediato. La stampa iniziò ad interessarsi del nuovo gruppo e apparve un articolo che provocò qualche “mal di pancia” (la fine dell’esperienza Furclap non era stata ancora ben digerita…). Un’asse che metteva in relazione le tradizioni popolari locali e le vicine sonorità balcaniche. Fu questa l’intenzione del primo lavoro discografico che , tuttavia, già esprimeva carattere sperimentale attraverso una rivisitazione di due brani di Area, storica band degli anni ’70, ovvero “l’elefante bianco”e “Luglio, Agosto, Settembre…” assieme ad un breve accenno a “Sulle corde di Aries” del primo Battiato (riff eseguito con la cornamusa da Giovanni).
Avvisaglie di un percorso che avrebbe segnato la ricca storia degli anni seguenti.
Ben presto Strepitz dismise le vesti di “gruppo musicale” per divenire un laboratorio in Progress. Non più formazioni stabili, collocazioni di genere prestabilite e canonicità compositiva: un contenitore interdisciplinare che accoglieva musicisti, filosofi, storici, attori e intellettuali appartenenti a variegate discipline. Suns Naturai fu il primo risultato tangibile della metodologia adottata, ancora oggi considerata una delle migliori produzioni di quegli anni. Una parabola ascendente che attraversò un periodo particolarmente florido per la produzione musicale friulana tanto da divenire punto di riferimento nel panorama europeo. Era esaurita l’epoca del folk – Rock (Furclap ne fu significativo rappresentante) per lasciare spazio a nuove sperimentazioni trasversali. L’intensità della musica tradizionale , ricco bagaglio che Strepitz si portava appresso, trovò interessanti complicità con la musica classica, il jazz e l’ambito contemporaneo. Fu logica conseguenza l’esordio di lavori come “Vangeli Apocrifi – Passione” che da una rivisitazione dello Stabat Mater giunge a sonorità estreme espresse con la Voce e attraverso l’uso insolito degli strumenti musicali. Parallelamente prosegue la ricerca nell’area “tradizionale” e nel 2004 esce “Europa • I luoghi della cornamusa”, un viaggio musicale nei suoni e nei luoghi di uno strumento magico.
Iniziano collaborazioni eccellenti: l’amicizia di Giovanni con l’artista Pinuccio Sciola (creatore delle “Pietre Sonore”) favorisce la conoscenza di Pierre Favre, uno dei batteristi maggiormente quotati in ambito internazionale. Con lui e Yang Jing, virtuosa suonatrice di Pipa cinese, nasce “La Natura dei Suoni”, un concept album che incita Giovanni e l’amico Alberto Madricardo (filosofo veneziano) a scrivere il libro omonimo. Accanto al nome Strepitz compare la parola concept, i concerti diventano performance, contenitori multidisciplinari, percorsi artistici a tutto tondo che approdano a rappresentazioni dagli appassionati contenuti sociali: I suoni di Venezia, Destroy Venice, Il Muro dell’Indifferenza fino a Frantumazione – indagine socio urbana sulla città.
Un folto gruppo di artisti, musicisti, architetti, filosofi, storici, sociologi “invase” Udine per una settimana nell’agosto del 2009. Piazza San Giacomo nella culla del centro storico divenne un palcoscenico naturale dove andarono in scena, per tutta la giornata, 7 performance contemporaneamente. Il pubblico “entrava e usciva” negli spazi artistici rompendo, di fatto, la barriera artista – spettatore. Fu un’esperienza entusiasmante che ancora oggi è viva nei ricordi di chi vi partecipò. Si concluse con un concerto nell’Open Space del Visionario a Udine per la presentazione ufficiale del nono cd degli Strepitz.
Nel 2010 una piacevole casualità permette a Giovanni di incontrare Paolo Tofani (storico chitarrista degli Area) ed è subito feeling. Una empatia reciproca che si è presto trasformata in profonda amicizia. Sounds Of… – Strepitz & Paolo Tofani è un vero crossover fra tradizione popolare e suoni “Area”. Gli anni ’70 saranno ulteriormente indagati e “contaminati” grazie alla stupenda collaborazione con Tony Pagliuca (ex tastierista de Le Orme). Prendendo spunto dallo storico brano da lui scritto “Uno sguardo verso il Cielo” mettemmo in connessione il Prog con gli antichi canti liturgici patriarchini . Fu estremamente importante, in tutti questi progetti, l’incredibile Voce di Claudio Milano. Nel 2018, il doppio live “Punto d’incontro” racconta 7 anni di concerti e performance tenuti in vari festival in Europa. Raggiunti e superati 20 anni di attività Giovanni Floreani pubblica il suo primo album solo “Frantumazione 2020” che tuttavia è il riassunto di una vita con Strepitz Ma su quella montagna di Cleulis gli “strepits” non sono stati sopiti…